venerdì 24 aprile 2015

Ero con te, tutto il resto l'ho scordato


Quindi fammi capire... perché siamo dietro questa tenda?

Eh, perché è più appropriato!

Appropriato?

No, cioè... volevo dire appartato!

Appartato!?!

Sì!

Lo sai che è giorno, vero?

Certo!

E ciò implica che la stanza è illuminata!

Ovvio!

E sai anche che ci sono quei due che ci stanno facendo un servizio fotografico, sol perché siamo qui dietro, vero?

Eh, già!

E lo vedi che da un lato c'è la tenda, ma dall'altro c'è un vetro?

Ehm... sì!

E sei al corrente del fatto che i vetri solitamente sono trasparenti?

Naturalmente!

E ti sei accorta, vero, che la tenda non è poi così scura e insonorizzata da rendere questo luogo APPARTATO?

Io... ehm... sì!

Ma hai scelto questo posto!

Ho scelto questo posto!

Ok!

Ok!

Quindi... vai... parla! Che c'è?

Niente!

...

Me lo son scordato! 

Stupido Ratto!

venerdì 17 aprile 2015

Con un poco di Cafè Littéraire

Il principio della vita elegante è un alto pensiero d’ordine e d’armonia,
destinato a trasmettere poesia alle cose.
(Honoré de Balzac)
Come si misura l'eleganza?
In attenzioni. In gesti, forse.
Probabilmente in sguardi o in delicate carezze.
Nel portamento, nella pacatezza della voce, nel candore di un'espressione.
Nella raffinata ricerca di qualcosa di bello. Sempre.
Quand'ecco che comincia aprile e fiorisce di primavera ogni viale, l'erba profuma e nell'aria c'è un forte odore di salsedine misto a Tarassaco. Spalanco le finestre per far entrare un po' di questa brezza e mi accorgo che elegante come una sferzata d'aria fresca c'è solo il modo gentile di qualcuno di entrar nella tua vita. Il cielo è generoso e vuole condividere ogni sua tonalità, infatti in lontanaza si scorge qualche nube curiosa e color perla. Chiudo le ante delle portefinestre, le lascio basculanti: ora le tende ballano una danza così tanto soave ch'è una gioia stare a guardarle.
Pinterest
Metto su la caffettiera che in cinque minuti reclama la mia attenzione. Ho capito che vuol confrontarsi con gli odori del mondo e crearsi un piccolo posticino importante anche lei. Mi regala un caffè forte e intenso. Bollente e nero. Preparo le mie tazzine disegnate d'oro e color pesca, la sala è pronta, io lo sono. Manca solo lo zucchero. Così mi affretto a tornare indietro. Non faccio in tempo che qualcuno bussa dolcemente. E' arrivata! Lei viene da lontano. Non perché fisicamente lo sia, ma perché è lontana dai miei modi paciosi (lei ha gesti delicati) e dalle mie manifestazioni di giubilo (lei probabilmente ha una voce candida e melodiosa). Lei mantiene una composta eleganza. Sempre.
Quindi sopraggiunge l'ansia! Non sarò mai all'altezza! Non ho nemmeno lo zucchero! Oh, panico! Oh Dèi! Oh, zuccherodovesei!
Eh niente... Elena ha portato lo zucchero, quel po' che basta a render questo incontro saporito, quello adatto all'occasione, un po' bruno, un po' integrale, con un retrogusto di liquirizia che dà personalità. Giusto in tempo! Il caffè si sarebbe freddato, altrimenti. Come avrei fatto poi a leggerle il pezzo preparato? Non l'avrebbe gradito. Saprà che adoro questo autore? Non è la prima volta che mi lascio imbrigliare dalle di lui parole. Glielo spiegherò! Le dirò che La Sposa giovane è la sua ultima opera, ha giusto un mese di vita. Ho respirato queste pagine prima ancora di leggerle ed ho ingoiato questa storia come fosse miele: che all'inizio è così dolce, ma poi anche un po' la gola pizzica.
Apprezzerà? Oh sì! Lei apprezzerà!

Voi che invece passate e mi circondate d'affetto, lasciatevi invece travolgere dalla primordiale bellezza: quella che conquista con un tocco. Tutti Con Un Pocco Di Zucchero oggi! In armonia con i profumi del mondo, assieme al mio caffè, assaggiate con me la sua magia!

Bella oltre ogni dire, mi sgretolo nel minimo andare, rovesciando in un attimo ogni ammirazione in pietà e ogni desiderio in disagio.
E' una cosa che so. Ma non ho inclinazine per la tristezza, né talento per il dolore.
Mentre la conversazione era passata alla tardiva fioritura dei ciliegi, la Sposa giovane si avvicinò alla Figlia e si chinò a baciarla sulle guance. Lei non si alzò perché in quel momento voleva essere bella. Parlarono sotto voce, come se fossero vecchie amiche, o forse per il desiderio improvviso di diventarlo. D'istinto, la Figlia capì che la Sposa giovane aveva imparato la lontananza, e non l'avebbe mai dismessa, avendola scelta come la propria particolare e inimitabile forma di eleganza. Sarà ingenua e misteriosa, sempre, pensò. La adoreranno.

Da La Sposa giovane, pag. 24 di Alessandro Baricco