venerdì 5 settembre 2014

Una gatta al Cafè Littéraire

Gli inizi.
Gli inizi sono sempre stati i momenti più speciali nella mia vita.
L'inizio della scuola, l'inizio delle estati al mare, l'inizio di una nuova relazione piena di promesse. L'inizio della convivenza. Sì, insomma, è la parte più dolce... quella che ci fa vedere il bello, il "ciò che potrebbe essere". Lo stato delle possibilità: quelle da cogliere o strappare alla vita, quelle da assaporare perché conquistate, quelle giunte a sorpresa per pura fortuna.
Eccoci, quindi, a questo nuovo inizio di stagione.
Settembre: il mese dell'uva e delle piogge.
Almeno, prima era così.
Oggi splende il sole, l'aria è frizzante e profuma ancora d'estate. Si fa fatica a mettere via le creme saporite doposole e si incespica pensando di dover riprendere il lavoro o la vita quotidiana. In fondo, lì fuori il cielo è terso e i gabbiani urlano di gioia chiamandoci come le sirene chiamavano Ulisse!
Il nuovo inizio di oggi è per questo angolino della letteratura. Il mio Cafè Littéraire apre le imposte, spolvera i tappeti e lucida il parquet... le tende si gonfiano come vele davanti alle portefinestre aperte a indicarci che è qui e ora che dobbiamo navigare. E' questa la strada.
Bentrovati, amanti delle parole che danzano! Benrientrati, fanatici della carta che profuma di spezie e fantasia! Benvenuti a tutti quelli che vogliono lasciarsi cullare da versi sconosciuti!
Come sempre c'è un ospite importante a farmi compagnia e come sempre lascerò che vi si presenti con garbo, ammaliandovi tutti!
L'ho conosciuta in un periodo di profonde "rivisitazioni" interiori. Sì, perché circa sei mesi fa cominciavo la ricerca di qualcosa che potesse suscitare in me nuovi interessi!
La mia vita a mano a mano mutava e così la voglia di incontrare nuovi gusti, sapori, profumi, colori.
Lei è una foodblogger e l'ho scoperta da pochi mesi, ma la passione che con naturalezza ha sempre trasmesso ai suoi piatti, ha fatto sì che ne rimanessi sempre incantata. Ho imparato cosa significano parole come tahina e labna, ora so cosa sono i semi di chia e le bacche di goji, posso dire con orgoglio di conoscere il sapore della salsa di soia e di essere ben propensa ad assaggiare il seitan, ma su tutti i norimaki e l'onigiri (che, buonissimi, li immaginavo da bambina guardandoli nei cartoni animati giapponesi)!
Lascio le presentazioni a fra poco perché mi piacerebbe invece spendere due parole per l'autore che ho deciso di abbinare alla mia amica "gatta".
Il torinese Alessandro Baricco. Autore controverso ed eclettico, con orgoglio e senza fatica, è entrato nella Top Five degli scrittori che stilisticamente prediligo. Un appunto devo però assolutamente farlo: ritengo che le sue opere debbano essere necessariamente recensite in modo soggettivo. Non c'è un'unanimità di pubblico che accoglie le sue produzioni, per questo motivo mi permetto di affermare che il mio Baricco è perfetto.
Fresco e luminoso. Una boccata di aria pulita e piccante nel panorama della letteratura italiana post moderna. Ciò che vi propongo oggi è un frammento tratto dalla sua prima opera Castelli di Rabbia. Non vi consiglierò di acquistare questo libro. Non vi consiglierò nemmeno di leggerlo. Dalla mia bocca sentirete uscire solo parole come "procuratevelo immediatamente, rubandolo se necessario" e "adoratelo, perché non potrete fare diversamente".
Castelli di Rabbia mi ha letteralmente lasciato senza fiato. La sensazione che si ha al termine di una lunga corsa, quando i polmoni sono indolensiti e chiedono insistentemente aria. Ecco. E' così che mi son sentita. Quel compagno di viaggio mi ha lasciata invischiata nella mia quotidianità, sapendo che non avrei più potuto uscirne. Tra l'altro è un libro che bisogna leggere una sola volta e bene. Un libro da "buona la prima". Sì, perché accumula senso, a mio parere, solo così.
Ora però la smetto di portare avanti queste inutili retoriche, accolgo Valeria (Angie) di Una gatta in cucina e mi accomodo con lei nella stanza "equilibratamente" zen che ho approntato solo per lei.
Lei che mi ha portato la Pastilla come contorno a questa giornata assieme e da assaporare durante la lettura e in tema con "l'essere presenti qui ed ora".
Accomodatevi e gustatevi queste non convenzionali opere.

Pinterest
C'è la luce, tutt'intorno, della sera. Il sole ti piglia di fianco, quand'è così, è un modo più gentile, si coricano le ombre a dismisura, è un modo che ha dentro qualcosa di affettuoso - ciò forse spiega com'è che, in generale, sia più facile pensarsi buoni, la sera - quand'invece a mezzogiorno si potrebbe anche ammazzare o peggio: pensare di ammazzare, o peggio: accorgersi che si potrebbe anche essere capaci di pensare di ammazzare. O peggio: farsi ammazzare. Così. [...]
Eppure, per quanto indubitabilmente sia meravigliosa la luce della sera, c'è qualcosa che ancora riesce ad essere più bello della luce della sera, ed è per la precisione quando, per imcomprensibili giochi di correnti, scherzi di venti, bizzarrie del cielo, sgarbi reciproci di nubi difettose, e circostanze fortuite a decine, un vera collezione di casi, e di assurdi - quando, in quella luce irripetibile che è la luce della sera, inopinatamente, piove. C'è il sole, il sole della sera, e piove. Quello è il massimo. E non c'è uomo, per quanto limato dal dolore o sfinito dall'ansia, che di fronte a un'assurdità del genere non senta da qualche parte rigirarsi un'irrefrenabile voglia di ridere. Poi magari non ride, veramente, ma se solo il mondo fosse un sospiro più clemente, riuscirebbe a ridere. Perché è come una colossale e universale gag, perfetta e irresistibile. Una cosa da non crederci. Perfino l'acqua, quella che ti casca sulla testa, a minute gocce prese di infilata dal sole basso sull'orizzonte, non sembra neanche acqua vera. Non ci sarebbe da stupirsi se ad assaggiarla si scoprisse che è zuccherata. Per dire. Comunque acqua non regolamentare. Tutt'una generale e spettacolare eccezione alle regole, una grandiosa presa per il culo di qualsiasi logica. Un'emozione. Tanto che tra tutte le cose che poi finiscono per dare una giustificazione a questa altrimenti ridicola abitudine di vivere certo figura anche questa, in cima alle più nitide, alle più pulite: esserci, quando in quella luce irripetibile che è la luce della sera, inopinatamente, piove. Almeno una volta, esserci.

Da Castelli di rabbia, pagg. 26 e 29, di Alessandro Baricco.

13 commenti:

  1. Michi sei davvero troppo gentile! Ti ringrazio infinitamente!
    Un bacio a te! :)

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  2. Anche per me gli inizi..tutti gli inizi sono stati momenti speciali ( nel bene e nel male )..a volte li ho vissuti con diffidenza, paura..ora, sarà l'età..ma li vivo meglio, con più naturalezza..e con grandi emozioni..
    Passare da te, è sempre un piacere immenso amica speciale <3
    Grazie per quest'altra bellissima pagina..

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    1. In fondo, se non godessimo del principio, probabilmente non sapremmo a cosa imputare la nascita delle felicità acquisite! Certo, ci sarebbe da fare i conti anche col principio degli eventi spiacevoli, ma quelli fortunatamente hanno di bello che non possnono che essere cacciati via a gomitate dalla loro fine!
      Ti assicuro Mary che il piacere è stato mio, vederti tornare qui e leggermi (in modi che a volte io nemmeno immagino) è sempre una gioia! Grazie, grazie! :*

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  3. Che meraviglia ! Il tuo scritto, quello di Baricco..Quando riesco ad apprezzare qualcosa, a farmi ancora incantare da qualcosa, nonostante, tutto, beh allora mi sento pienamente viva:))) grazie

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    1. Non avrei parole abbastanza importanti per ringraziarti come si dovrebbe, ma sappi che questo commento mi fa molto molto felice! Grazie di cuore! :)

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  4. Ogni periodo che inizia segue innegabilmente un periodo che si chiude..negativo o positivo che sia. Il trascorrere del tempo ha addolcito le reazioni, la razionalità si è fatta più presente, ma lasciare ogni tanto che l'istinto ci faccia salire sulle ali dei gabbiani e ci porti in alto, nell'azzurro di un cielo terso ci procura gioia e felicità.
    E' stato piacevole leggere le tue parole, un abbraccio :)

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    1. Ed è un piacere per me poter dare spunti non solo di riflessione, ma anche di condivisione! :)
      Grazie per aver condiviso con me il tuo bel pensiero! :)

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  5. Roby hai scritto un'introduzione meravigliosa, poetica ma così meravigliosamente concreta che mette voglia di vivere al meglio questo settembre "nuovo inizio"!! Sai che - ammetto - non ho mai letto nulla di Baricco? Però il pezzo che hai scelto è veramente bellissimo. E che dire della "Gatta in cucina"? Valeria è davvero bravissima, mi piace un sacco questo "Cafe litteraire"! Ti abbraccio e ti auguro buona domenica, allegandoti un sacco di coccole per le tue due meraviglie pelose!!

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    1. Silvietta dolce... se sempre troppo buona! Ogni singola parola mi ha fatto sorridere!
      Grazie, grazie di vero cuore! Buona domenica anche a te e alla tua splendida cucciola! :)

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  6. Uh, mi ero persa la riapertura del tuo café e queste tue riflessioni sugli inizi, carichi di possibilità! La scelta poi di Baricco, che semplicemente adoro... Bellissimo post! Ora vado a conoscere Valeria!

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    1. Che bello averti in questo angolino letterario... grazie di cuore! Un bacio a te! :)

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  7. Ciao. Ti ho incontrata per caso cercando se Baricco avesse scritto pagine sui gatti...Mercoledì 3 alle 18,30 leggeremo al MiaGola caffè delle pagine d'autore (italiani) in cui ci sia un gatto! Vieni!

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    1. Ti ringrazio dell'invito, sei davvero gentile e sarebbe davvero bello parteciparvi. Peccato io non possa! Ma tu dimmi in che città si tiene questo incontro ché se posso estendo l'invito agli amanti del genere! ;)

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Chiunque tu sia, grazie per avermi dedicato il tuo tempo...