... non deve più accadere... non deve più accadere...
Con questa litania in testa Roberta prepara la Vintage Room per Laura, che sa esser una persona puntualissima. Da un momento all'altro la sua amica sarebbe arrivata e molto probabilmente sarebbe passata da quel corridoio.
<<E se passasse dall'esterno?>> si domanda a bassa voce.
E se piovesse? Se nevicasse? risponde la saggia vocina nella testa.
<<Beh si bagnerebbe! Pazienza!>> ora sbotta con un tono più alto, parlando al vuoto.
Non puoi continuare a far finta di cadere per coprire suoni strani... non ce la farai a mantenere il segreto ancora a lungo... la vocina interiore si fa insistente.
<<Ci ho provato, sai? E' un mese che provo... ma non so come farle tornare!>> sta urlando.
Potresti dirlo a qualcuno... continua la coscienza.
<<Sei matta? Distruggerebbero tutto! No, non è possibile! Riuscirò da sola>> piagnucola Roberta ora sfinita.
Così apre le finestre, lascia che l'aria fresca novembrina ripulisca la stanza dall'odore di chiuso e si tuffa nella morbidezza del divano di mezzo, quello pieno di cuscini. Si sente pesante, i pensieri anche lo sono e senza rendersene conto si abbandona, assopendosi. Mille luci e flash colorati le si parano davanti, vede degli alberi e le ombre che proiettano su una strada sterrata, improvvisamente un maggiolino turchese o celeste, mille ombrelli viola e poi profumi di boschi e muschi. Infine un lampo giallo e poi una voce da lontano che chiama il suo nome.
E' insistente. E' così insistente pensa.
<<Ro... Robi! Sveglia!>> riprende Laura dopo numerosi tentativi.
<<Ch... chi, che?>> aprendo gli occhi di scatto, Roberta si rende conto di essere ancora in pantofole, notando tra l'altro che un rivolo di bava le si sta lentamente asciugando sul mento. Si alza di scatto e profondendosi in innumerevoli scuse, si allontana dalla stanza per andare a darsi un tono.
Laura resta immobile seduta sul divano e allibita più che mai, fa per togliersi il cappotto ed approfittarne per fare un giro del posto.
Nota i colori pastello, nota le ampie vetrate che danno sul boschetto dietro l'edificio, nota le foglie ormai colorate che imporporano il prato lì davanti e nota anche un improvviso lampo luminoso giallo fosforescente povenire dalle fondamenta della villa stessa.
Spaventata dalla luce, Laura fa tre passi indietro e non rendendosi conto degli spazi, batte con le gambe sullo schienale del divano, rovinandoci sopra all'indietro e perdendo i sensi per qualche minuto. Risvegliatasi con due occhi curiosi a guardarla, immagina come poco prima doveva essersi sentita la sua amica.
Apparentemente senza altri problemi le due ragazze cominciano finalmente l'incontro letterario tra sorrisi, divertimento e golosità.
Al termine dello stesso e poco dopo i saluti di rito, un unico pensiero monopolizza la mente della padrona di casa: "cosa avrà visto in mia assenza?".
Laura si allontana per raggiungere la sua auto con un unico pensiero in mente: "cosa cavolo avrò mangiato che mi avrà fatto venire le allucinazioni?".