venerdì 27 novembre 2015

Spazio e luci

... non deve più accadere... non deve più accadere... 
Con questa litania in testa Roberta prepara la Vintage Room per Laura, che sa esser una persona puntualissima. Da un momento all'altro la sua amica sarebbe arrivata e molto probabilmente sarebbe passata da quel corridoio.
<<E se passasse dall'esterno?>> si domanda a bassa voce.
E se piovesse? Se nevicasse? risponde la saggia vocina nella testa.
<<Beh si bagnerebbe! Pazienza!>> ora sbotta con un tono più alto, parlando al vuoto.
Non puoi continuare a far finta di cadere per coprire suoni strani... non ce la farai a mantenere il segreto ancora a lungo... la vocina interiore si fa insistente.
<<Ci ho provato, sai? E' un mese che provo... ma non so come farle tornare!>> sta urlando.
Potresti dirlo a qualcuno... continua la coscienza.
<<Sei matta? Distruggerebbero tutto! No, non è possibile! Riuscirò da sola>> piagnucola Roberta ora sfinita.
Così apre le finestre, lascia che l'aria fresca novembrina ripulisca la stanza dall'odore di chiuso e si tuffa nella morbidezza del divano di mezzo, quello pieno di cuscini. Si sente pesante, i pensieri anche lo sono e senza rendersene conto si abbandona, assopendosi. Mille luci e flash colorati le si parano davanti, vede degli alberi e le ombre che proiettano su una strada sterrata, improvvisamente un maggiolino turchese o celeste, mille ombrelli viola e poi profumi di boschi e muschi. Infine un lampo giallo e poi una voce da lontano che chiama il suo nome.
E' insistente. E' così insistente pensa.
<<Ro... Robi! Sveglia!>> riprende Laura dopo numerosi tentativi.
<<Ch... chi, che?>> aprendo gli occhi di scatto, Roberta si rende conto di essere ancora in pantofole, notando tra l'altro che un rivolo di bava le si sta lentamente asciugando sul mento. Si alza di scatto e profondendosi in innumerevoli scuse, si allontana dalla stanza per andare a darsi un tono.
Laura resta immobile seduta sul divano e allibita più che mai, fa per togliersi il cappotto ed approfittarne per fare un giro del posto.
Nota i colori pastello, nota le ampie vetrate che danno sul boschetto dietro l'edificio, nota le foglie ormai colorate che imporporano il prato lì davanti e nota anche un improvviso lampo luminoso giallo fosforescente povenire dalle fondamenta della villa stessa.
Spaventata dalla luce, Laura fa tre passi indietro e non rendendosi conto degli spazi, batte con le gambe sullo schienale del divano, rovinandoci sopra all'indietro e perdendo i sensi per qualche minuto. Risvegliatasi con due occhi curiosi a guardarla, immagina come poco prima doveva essersi sentita la sua amica.
Apparentemente senza altri problemi le due ragazze cominciano finalmente l'incontro letterario tra sorrisi, divertimento e golosità.
Al termine dello stesso e poco dopo i saluti di rito, un unico pensiero monopolizza la mente della padrona di casa: "cosa avrà visto in mia assenza?".
Laura si allontana per raggiungere la sua auto con un unico pensiero in mente: "cosa cavolo avrò mangiato che mi avrà fatto venire le allucinazioni?".

sabato 14 novembre 2015

Non basta


E succede che a volte fusa, zampette e musetti non bastino a risollevare un animo triste.
Accade che il grigiore imprigioni il cuore e impedisca di pensare lucidamente. Perché se il venerdì sera è il giorno per staccare la spina, sverstire gli abiti da lavoro, tuffarsi tra gli amici, gettare via le ansie, godersi l'ultimo film in uscita, andare allo stadio con i propri figli e godere di quel senso di libertà che solo il fine settimana sa regalare, ecco che la realtà piomba sul capo come un'ascia affilata e taglia via i sorrisi. Un momento per riflettere, un momento per capire, un momento per fare qualcosa. Il dramma è sentirsi impotenti in tutti questi "momenti". Perché non basta una vita intera per aggiustare quel che ormai è accaduto. Non basta una persona, non basta il pensiero e la volontà. Non basta un cuore, la bontà, la voglia. Non basta una nazione. E la speranza dove s'è nascosta?

venerdì 13 novembre 2015

Quant'è bella giovinezza


Dì un po', non credi che quella ci stia snobbando?

... bella... sì... bella!

Non bella... quella!

Sì sì... quella... bella, cosa vuoi che cambi?

Il soggetto, no?

L'aggettivo, vorrai dire!

Mpf... ti stai perdendo per delle inezie burocratiche...

Grammaticali, semmai!

Tzé! Che ne sai tu di grammatica?

Perché tu di burocrazia?

Sbaglio o è l'ora della pennichella?

Quando?

Ora!

Quale?

Questa!

Si! Beh... che ti parli, allora! Dormi, no?

Sei tu che hai cominciato!

Cominciato? Io? Se mi hai chiesto tu quant'èbellagiovinezzachesifuggetuttaviachivuolesserlietosiadeldimannonv'ècertezza

Cosa cavolo c'entra?

Eh che ne so... stavo dormendo!

Stupido Ratto!