No, non credo di potercela fare. Insomma non è facile questa vita. Ogni giorno a combattere per la pagnotta, ogni giorno a sgomitare per un cantuccio caldo e asciutto. La vita è complicata e difficile da gestire. Non c'è molto da aggiungere. Non c'è altro su cui riflettere. Che poi, parlare del nulla è sempre stata una mia prerogativa. So di esser nella schiera dei "fortunati", so di appartenere al gruppo dei "miracolati". Ma so anche quanto possa essere difficile portare un tale fardello. Sono perfettamente al corrente della percentuale elevatissima di coloro che, invece, non sono nelle mie medesime condizioni. Naturalmente c'è chi ci marcia, c'è chi specula su una situazione catastrofica, invece di attivarsi per "cambiare le cose". Una tale e siffatta reazione negativa ai macroproblemi non può che generare sempre e comunque microproblemi che andranno a ledere le fondamenta di una società sana rendendola a mano a mano sempre più malata e priva di sostegno primario.
Certo, è ovvio che io ritenga di dovere qualcosa a qualcuno, se qualcuno esiste. La riflessione personale e la presa di coscienza reale della propria situazione personale sono qualità che ci rendono superiori ed empaticamente vicini al prossimo. Il prosciutto sugli occhi non ha mai giovato all'umanità, esattamente come le numerose guerre e le lotte fratricida che nei secoli hanno decimato la popolazione, rendendo questa specie incapace di dialogare e aprire le braccia allo "sconosciuto" in senso stretto, ma anche in senso lato. Sarebbe bello riuscire a comprendere la portata di una così grande riflessione, sarebbe ancor più bello se fosse condivisa da tutti. Chimera o utopia? Per me è questo l'infinito dilemma che attanaglia le menti più argute che sempre più sovente sono votate alla risoluzione dei sopracitati microproblemi, così da poter giungere ad una risoluzione dei più ampi e visibili macroproblemi. La lotta, prima di appartenere alla società, deve essere di ognuno. Chiunque ha la risposta insita in se stesso, tutti possono muovere il mondo, muoversi con esso e provare a cambiarlo. La domanda in sospeso nel secoli è sempre "Quando?".
L'essere gatto mi esime da tutto ciò. Ora ninna... dopo pappa, poi coccole e di nuovo ninna!